DAR FUOCO ALL’ACQUA di Marida Piepoli

Autore: Marida Piepoli

Editore: Les Flâneurs Edizioni

Collana: Montparnasse

Anno edizione: 2022

In commercio dal: 31 marzo 2022

Pagine: 258 p., Brossura

EAN: 9791254510599

“Bari, le idi di marzo

Il maestrale non cala. Il vento brucia negli occhi. Il mare schiumeggia. Onde candide depongono cristalli di sale sulla strada. Il cielo è piombo leggero e svuota luce di acciaio tra le nuvole tristi.”

Si apre con queste parole l’esordio letterario di Marida Piepoli, con una descrizione tipica della città che più amo e che fanno effetto a chi, purtroppo, ha dovuto allontanarsene per migliaia di chilometri…

In tutto il romanzo, sebbene la maggior parte della storia non si svolge in questa città, ha un ruolo fondamentale nella storia e nella vita della protagonista e le sue sensazioni spesso sono coincise con le mie. Nessuno più di chi è lontano dalla propria città riesce a comprendere Claudia.

“«Non ci sono mai stato a Bari. Cosa c’è di bello?».

Avrebbe potuto parlare delle viuzze fiorite del borgo antico, del Castello Svevo, delle chiese immacolate e di cento altre cose poetiche della sua città ma in quel momento le vennero in mente solo luoghi e scenari dai quali scappare. A parte uno.

«Il mare. All’alba è bellissimo».”

Chi mi segue lo sa, il mio è un legame stretto e imprescindibile con il mare, soprattutto il mio mare… Non ne posso fare a meno, sento l’esigenza di guardarlo, aspirare il suo profumo, lasciarmi cullare dalle sue onde, in un abbraccio primordiale mi perdo nelle sue acque per riemergerne rigenerata e ritemprata.

Claudia, dunque, la protagonista del romanzo, è un’insegnante di lettere di quarant’anni,  che per un errore è stata trasferita dalla caotica Bari in un piccolo paese della Calabria, Papasidero.

Un errore che sembra essere provvidenziale per lei, un anno sabatico in cui allontanarsi da ciò che la preoccupa e le fa male.

Il paesino glielo consentirebbe

“Passeggiare in quel dolce limbo in cui non doveva piacere a nessuno, mimetizzarsi con quella terra, bagnarsi tutta di quei colori e poi volare via come fanno le farfalle. Bastava a se stessa? Sì. In quei momenti, in quei luoghi finalmente sì. Era libera di essere anche niente se voleva, senza pensieri, senza progetti, senza parole. Hic et nunc.”

La vita però ci riserva sempre delle sorprese, imprevisti che non avevamo neanche minimamente pensato possibili e che avvengono e ci travolgono.

Claudia conosce Libero, di dieci anni più giovane di lei, che la vita ha reso precocemente maturo.

Nonostante le mille ritrosie, dovute anche alla differenza d’età, nasce tra i due un profondo sentimento, al quale non riescono a resistere, seppur in un altalenante avvicinarsi ed allontanarsi l’una dall’altro, tipico di chi in passato ha sofferto ed ha paura di soffrire ancora.

“Lei era tutti i limiti che si poneva e che non riusciva a oltrepassare. Era tutta in quei no. Non era solo la differenza di tempo tra loro il problema. Era il peso degli anni che si sentiva addosso da un po’, come se all’improvviso si fosse svegliata sfiorita e rugosa, piena di crepe poco desiderabili. Quello che fregava Claudia, in realtà, non erano i segni delle rughe intorno agli occhi, ma i crepacci che le si erano aperti nell’anima.”

A mano a mano che la storia procede, conosciamo anche più approfonditamente il passato di Claudia e Libero, ricostruendo così, come tessere di un puzzle, le loro vite. Pagina dopo pagina, l’autrice tratteggia mirabilmente la psicologia dei due personaggi principali della storia, attraverso la descrizione delle loro vicende e dei traumi delle loro esistenze e per me non è stato possibile fare a meno di empatizzare con Claudia, che affronta il fallimento del suo matrimonio con un uomo egoista ed anaffettivo, a cui lei interessa solo come trofeo da mostrare in pubblico, lasciandola, invece, emotivamente insoddisfatta.

“Ma lei era fatta così. Non era un’altra. Per quanti sforzi facesse. Lei non era quella dei tacchi a spillo, delle complicate strategie seduttive. Lei si era fidata del talento di quell’uomo dalle mille parole che come un affabulatore la raggirava sapientemente con i suoi disegni e progetti di grandezza. Lei, triste ballerina di un carillon. Girava a vuoto.”

Una donna fragile, ma nello stesso tempo coraggiosa, che non solo riesce ad allontanarsi dal “mostro senza cuore”, ma che ha soprattutto l’audacia di voltare pagina e, nonostante le ritrosie, di innamorarsi nuovamente.

“Si sentiva fluida come l’acqua, trasportata in una dolce deriva da tutte le onde del fiume. Aveva, dentro di lei, come la sensazione che da quella notte tutto fosse cominciato. Come di cose nuove, come se il prima fosse sfumato in un tempo e in un posto lontano da lì. Forse era quello vivere il presente. E quando pensava ai baci e alle carezze della notte trascorsa era tutta brividi e pelle d’oca. Come se non ci fossero state altre mani e altre bocche prima di quelle.”

Riesce, così, a dar fuoco all’acqua, proprio come le aveva suggerito la strana donna che abitava isolata nel cuore del bosco

“Tutto può succedere, se ci mettiamo in testa che accada. Anche dar fuoco all’acqua. Non nasconderti dietro le tue paure, professoressa. Brucia, brucia tutto sino in fondo, sino a  non avere rimpianti e desideri insoddisfatti. E vedrai che ti piacerà.”

E cosa c’è di più infiammante di un nuovo amore? Quella bellissima sensazione che si prova ad essere al centro dei pensieri di qualcuno, quando ci si sente infallibili e pronti ad affrontare il mondo a testa alta e sguardo fiero. Non c’è niente di più bello che attraversare quei brevi attimi di felicità…

“E mentre, dopo, la guardava dormire tranquilla Libero pensò che avrebbe venduto l’anima per fermare quel momento perfetto. Che amare forse era quella cosa lì: entrare in qualcuno e perdersi. Negli occhi, nelle mani, nei gesti. E non voler più ritrovare la strada.”

Ma Claudia sente profondamente la mancanza della sua città e questo rimetterà in gioco tutta la storia d’amore tra i due.

“Non riusciva a darsi delle priorità. Bari le mancava da morire, insieme alla vita allegra e chiassosa che la caratterizzava. Non vedeva la famiglia da mesi e iniziava a sentirsi come in un bel viaggio che però poi stanca e si vuole tornare.”

[…]

 “Lui l’abbracciò silenziosamente da dietro. La bocca vicina al suo orecchio.

«Che c’è?».

La lacrima le spuntò senza preavviso e le rigò la guancia, per andare a morire sulle labbra.

«Il mare».

E lui capì, che non si trattava di un mare qualunque. In fondo lo sapeva, si era preparato. Ma la tristezza, leggera come una brezza, si insinuò nel petto e lo fece tremare. Poggiò la testa sul collo di lei, la strinse più forte. Non dissero niente.”

Un romanzo delicato, una bellissima storia d’amore, ma non solo; il racconto delle vite dei protagonisti ci offre spunto per innumerevoli tematiche che spesso ognuno di noi è costretto ad affrontare. Claudia, in particolare, con la sua storia ci ricorda quanto sia difficile il distacco, quanto sia faticoso riconquistare la libertà, soprattutto riuscire a divincolarsi da quegli schemi mentali che fanno parte del nostro essere, della nostra forma mentis. E ci insegna a stringere i denti ed andare oltre, a superare i propri limiti perché

“Tutto è possibile, anche dar fuoco all’acqua”.

“Forse è questo il destino? Che uno cerca delle cose, degli amori, un tipo di vita come li ha in testa e invece arrivano regali che all’inizio sembrano degli imprevisti inadatti e invece poi sono quelli che ci stanno meglio addosso.”

Citazioni tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram 

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